Seleziona una pagina

Uno sguardo sociologico sugli abusi sessuali nel mondo clericale

6/12/2024 | Abusi e mondo clericale

di Alessandro Claudio Giordano

Il tema degli abusi sessuali del clero è un tema nostro malgrado attuale. Per anni la Chiesa ha taciuto, sottovalutato portata, gravità ed effetti nel contesto della quotidianità. Da qualche tempo si è mosso qualcosa. Denunce talvolta anonime, in casi sporadici firmate stanno mettendo a nudo una realtà al momento non circoscrivibile solo al clero ma anche ai gruppi di movimentismo cattolico, sulla realtà di prevaricazioni psicologiche e fisiche ,che i più sospettavano, lasciata sospesa dai vertici della Chiesa. Ho incontrato Marco Marzano, Professore ordinario di Sociologia presso l’Università di Bergamo e tra i fondatori della rivista “Etnografia e Ricerca Qualitativa con cui ne ho parlato attraverso una lettura critica della situazione ad oggi cui sono venute in soccorso le testimonianza da lui raccolte nel libro “La Casta dei casti” (Bompiani, 2021).

D. – Nel suo ultimo libro, la Casta dei casti, lei riporta senza filtri le testimonianze di diversi sacerdoti o ex religiosi. Come si è relazionato con le persone che ha incontrato?
R.- Ho ascoltato con rispetto e attenzione i racconti delle loro vicende e ho cercato di raccontare quel che succede davvero nei seminari e nelle parrocchie. Nel libro ho descritto una verità poco nota anche a molti laici che frequentano la Chiesa Il libro ha quindi un taglio sociologico, ma è rivolto a un pubblico ampio e contiene un’interpretazione originale del tema della sessualità e dell’affettività del clero. Le fonti sono appunto rappresentate, oltre che dalla letteratura scientifica internazionale, dalle decine di racconti che ho raccolto di sacerdoti ed ex sacerdoti ai quali ho garantito l’assoluto anonimato. Il mio intento non è quello di suscitare scandali, ma di sollevare il velo su una verità nascosta troppo a lungo e di analizzarne con lucidità le cause e le conseguenze.

D. Si parla tanto di violenza psicologica e fisica del clero? Le due spesso si accompagnano?
R. – Le due forme di violenza si presentano sempre insieme nel caso degli abusi clericali sui minori. L’obiettivo di un abusatore è sempre quello della sottomissione psicologica e della soggezione fisica del minore. I minori vengono non solo persuasi a compiere delle azioni che non avrebbero mai compiuto senza la richiesta dell’abusatore, ma anche costretti in vari modi a mantenere il segreto, a non rivelarne a nessuno l’esistenza. L’abusatore si fa forte, in queste circostanze, dell’autorità legata al suo ruolo. Le vittime non hanno strumenti per difendersi e spesso non si rendono immediatamente conto di essere sfruttate, manipolate e usate. Ai loro occhi il prete gode di una grande autorevolezza, è l’intermediario tra l’uomo e Dio, ha un prestigio notevolissimo.

D. – Abitualmente i preti vengono inseriti in istituti e poi reinseriti nel contesto pastorale, magari in altre realtà lontane dalla precedente. Hanno davvero superato il problema o no?
R. – Conosco l’esistenza di questi istituti. Non li ho mai studiati in modo sistematico, ma ho l’impressione che difficilmente possano ottenere risultati rilevanti, se non forse nel contenimento psichiatrico dei casi più gravi. Negli altri casi credo che in quei luoghi ci si limiti a far comprendere ai preti ricoverati che devono cambiare registro, ma senza abbandonare i ranghi dell’istituzione e perdere per quella via privilegi e sicurezze.

D.- La percentuale di preti omosessuali appare molto alta. Eppure l’ideologia della Chiesa è fortemente sessuofobica e ostile all’omosessualità. Come si conciliano questi due aspetti ?
R. – E’ una contraddizione solo apparente. Si tratta di qualcosa per me perfettamente spiegabile e che nel libro illustro nel dettaglio. La chiesa condanna in realtà solo l’omosessualità di chi la vive in modo sereno e pubblico. Questi gay, quelli che pretendono il godimento di diritti eguali a quelli riconosciuti agli eterosessuali, sono considerati nemici dalla Chiesa. La loro condanna é però perfettamente funzionale al reclutamento di preti omosessuali. E come se ai giovani gay la Chiesa implicitamente dicesse “se provenite da un contesto fortemente omofobo o se comunque non avete intenzione di dichiarare la vostra omosessualità, se preferite viverla nell’oscurità e nella negazione allora entrate in seminario. Vi accoglieremo con grande sollecitudine e affetto”. Ed è quello che avviene. Per questa ragione, se le nostre società perdessero tutti i loro tratti omofobi diminuirebbe di molto anche la percentuale di giovani che si avviano verso la vita clericale. Almeno questo è il timore di molti alti prelati. Naturalmente molti seminaristi omosessuali sono, soprattutto all’inizio del loro percorso, solo inconsciamente, cioè senza essere consapevoli di questo dispositivo, sono attratti da una carriera clericale. Altri sono più cinici e capaci persino di condannare dall’altare quell’omosessualità che invece vivono dietro il sipario.

D. – Omosessualità ed abusi: quali relazioni?
R. – Non dobbiamo associare nel modo più assoluto l’omosessualità agli abusi. Si tratta di due cose completamente distinte e non sovrapponibili. La sociologa irlandese Mary Keenan ha dimostrato che non pochi abusatori di bambini (maschi) sono eterosessuali e hanno anche contemporaneamente rapporti con adulti. Chi abusa di un minore non è necessariamente gay e può essere attratto anche da persone maggiorenni. Ogni relazione di causalità tra orientamento sessuale e abuso va decisamente smentita.

Marco Marzano è autore de Quel che resta dei cattolici. Inchiesta sulla crisi della Chiesa in Italia (Feltrinelli 2012); di Inchiesta sui cattolici al tempo di Francesco (Edizioni Il Fatto Quotidiano 2015), di, scritto a quattro mani con Nadia Urbinati, La società orizzontale. Liberi senza padri (Feltrinelli, 2017) e della chiesa immobile. Francesco e la rivoluzione mancata (Laterza, 2018).