DISABILITA' ED IMPIEGO

di Alessandro Claudio Giordano

Quanti sono i cittadini con disabilità in Italia? Quanti tra questi lavorano? Con chi vivono i cittadini disabili e quanti di loro vanno a scuola? Le cifre dell'ISTATI tracciano un quadro della situazione. Su 10 persone affette da disabilità soltanto 3 hanno un’occupazione stabile, principalmente nel settore pubblico.

Il tasso medio in Europa è invece superiore al 50%. In Italia, ci sono circa un milione di persone disabili disoccupate. Rispetto agli uomini, le donne hanno meno probabilità di trovare un impiego, il 40% contro il 60%. Da un punto di vista geografico, gli abitanti del Sud Italia sono più penalizzati rispetto a quelli del Nord; basti pesare che la Lombardia da sola occupa tante persone disabili quanto l’intera macroarea del Sud e delle Isole. Per quanto riguarda invece il livello di invalidità, più grave è il disturbo minori sono le probabilità da parte della persona disabile di trovare lavoro. La legge in questi casi prevede che le aziende che hanno tra i 15 e i 35 dipendenti dovrebbero impiegare almeno un lavoratore disabile. Per le imprese fra i 36 e i 50 dipendenti si parla di 2 lavoratori disabili. Infine, sopra i 50 dipendenti, il numero dei lavoratori disabili deve rappresentare almeno il 7% del totale. Tuttavia, molte aziende preferiscono pagare le sanzioni (160 euro per ogni giorno di non ottemperanza) piuttosto di assumere un lavoratore disabile. A margine dei numeri e delle statistiche ne abbiamo parlato con alcune persone che ci hanno aiutato a tracciare un quadro sul tema.

 

Quante sono le persone disabili nel nostro paese?

Nel nostro Paese, nel 2019, le persone con disabilità che soffrivano  a causa di problemi di salute, di gravi limitazioni che impedivano loro di svolgere attività abituali, erano 3 milioni e 150 mila (il 5,2% della popolazione).

Geografia e Disabilità

La “geografia della disabilità” vede al primo posto le Isole, con una prevalenza del 6,5%,contro il 4,5% del Nordovest. Le Regioni nelle quali il fenomeno è più diffuso sono l’Umbria e la Sardegna (rispettivamente, il 6,9% e il 7,9% della popolazione). Lombardia e Trentino Alto Adige sono, invece, le Regioni con la prevalenza più bassa: il4,1% e 3,8% rispettivamente.

Età e genere della disabilità in Italia

Gli anziani sono i più colpiti: quasi 1 milione e mezzo di ultrasettantacinquenni (il 22% della popolazione in quella fascia di età) si trovano in condizione di disabilità e 1 milione di essi sono donne.

Nuclei familiari

Il 29% delle persone con disabilità vive sola, il 27,4% con il coniuge, il 16,2% con il coniuge e i figli, il 7,4% con i figli e senza coniuge, circa il 9% con uno o entrambi i genitori, il restante 11%circa vive in altre tipologie di nucleo familiare.

Tipologie e limitazioni funzionali

Un aspetto rilevante per le condizioni di vita degli anziani è costituito dalla tipologia di limitazioni funzionali e dal livello di riduzione dell’autonomia personale a provvedere alla cura di sé (lavarsi, vestirsi, mangiare da soli, ecc.) o a svolgere le attività domestiche quotidiane (preparare i pasti, fare la spesa, usare il telefono, prendere le medicine, ecc.)

Nella popolazione di 15 anni e più

- il 2% ha gravi limitazioni nella vista,

-il 4,1% nell’udito

- il 7,2% nel camminare

Mobilità e disabilità

La capacità di spostarsi liberamente è molto limitata tra le persone con disabilità. I dati sulla mobilità, relativi al 2019,mostrano che solo il 14,4% delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani, contro il 25,5% del resto della popolazione. Tali differenze variano molto con l’età. Tra gli individui di età compresa tra i 15 e i 44 anni, utilizza il trasporto urbano il 26,3% di coloro che soffrono di limitazioni e il 29,6% di coloro che non ne soffrono; se si considerano gli ultrasettantacinquenni le corrispondenti percentuali sono 7,2%e 24,6%. Nel caso dell’utilizzo del treno, le differenze sono ancora più marcate.

La normativa

Secondo la Legge del 12 marzo 1999, n. 68, il collocamento mirato si configura come una serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nella posizione lavorativa adatta, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione (art. 2).

Enrico Solavaggione (segretario generale Cisl Cuneo CISL):“Le persone con disabilità sono 87 milioni in Europa e continuano a costituire un gruppo particolarmente vulnerabile nella nostra società , sono ancora troppo esposte alla marginalizzazione. Nei paesi dell’Unione Europea il 21% di disabili risulta esposto a povertà o esclusione sociale. Un altro indicatore importante per misurare la loro inclusione è il livello di inserimento nel mondo del lavoro. La Cisl da sempre si batte affinché in ambito lavorativo e sociale venga riconosciuta pari dignità, pari opportunità e pari diritti. Abbiamo inserito norme nei ccnl a riguardo. Bene la proroga nella legge di bilancio del bonus ( barriere architettoniche) che prevede il 75% di detrazioni per imprese ed enti pubblici che eliminano gli ostacoli alla mobilità. Tuttavia riteniamo ci sia ancora molto da fare, ci auspichiamo che il governo prosegua nell’azione sulle disabilità tenendo conto è raccolga le istanze sindacali in materia”

Valter Dorati (Centro Down Cuneo OdV): “Essere inseriti in una realtà lavorativa per molte persone con disabilità cognitiva rappresenta ancora un obiettivo da raggiungere. Il lavoro per una persona con disabilità cognitive contribuisce in modo fondamentale a precisare, rafforzare l’identità: chi sono, cosa posso fare, che futuro avrò. Per la società che la circonda significa riconoscerle la piena dignità di persona in grado di collocarsi in tutti i contesti sociali. Alla conclusione del percorso scolastico affrontare il dopo rappresenta ancora un salto nel buio per le persone con disabilità cognitive e per le loro famiglie. La scuola pur con molti aspetti ancora da migliorare: è un ambiente “protetto” un percorso a cui tutti hanno diritto. Così non vi sono percorsi strutturati, diffusi ed omogenei sul territorio italiano per avvicinarsi al mondo del lavoro. Centro Down Cuneo ha strutturato da anni corsi di formazione all’autonomia per ragazze e ragazzi con sindrome di Down a partire dall’età di preadolescenza. Questi corsi forniscono abilità e competenze di base, comunicare, muoversi sul territorio, uso di mezzo pubblici, uso del denaro, gestione di una casa, che sono prerequisiti indispensabili per il vivere ma in particolare per realizzare proficuamente l’inserimento nel mondo del lavoro. Nel mondo imprenditoriale è in crescita la sensibilità e la disponibilità verso le presone disabili. Anche gli imprenditori hanno però bisogno di formazione e affiancamento per inserirle nelle loro aziende. E’ importante, da una parte, evitare approcci compassionevoli e dall’altra avere la disponibilità ad adattare  i processi produttivi. Oggi abbiamo una società e una legislazione sempre più sensibili alla questione del “dopo di noi” per le persone disabili. La maggioranza delle persone con sindrome di Down (sdD o sdDown) può raggiungere le condizioni per inserirsi in esperienze di vita indipendente, pur sempre collocate in una rete di supporto, ma non può esserci vita indipendente senza che le persone abbiano una occupazione lavorativa. Le due cose sono inscindibili.”

Alice Delpetro (Partito Radicale sezione Cuneo Gianfranco Donadei) La legge italiana in materia di inserimento di persone disabili nel mondo del lavoro prevede che il datore di lavoro abbia l'obbligo di assunzione di una quota di personale con disabilità. Il problema é che questa obbligatorietà é puramente numerica, e non ha specifiche sulle qualifiche, ad esempio. Questo fa sì che, se il personale con disabilità che é disponibile non ha le qualifiche per il ruolo preposto, allora quella posizione rimarrà vuota e il datore di lavoro ha comunque adempiuto l'obbligo. Ecco, questo non aiuta affatto una categoria di persone che ha bisogno di tutele. Le persone con disabilità meritano inserimenti veri e non fittizi nel mondo del lavoro, con un sistema che valorizzi le loro professionalità tutelando la loro condizione.